Vi trovate nella splendida Valle di Susa o siete solo desiderosi di raggiungere questo luogo incantevole e autentico? Volete sapere cosa fare in 2 settimane in Val Susa d’estate? Siete nel posto giusto! In questo itinerario della Valle di Susa in 14 giorni vi portiamo...
Benvenuti a Caselette, un incantevole Comune premontano della provincia di Torino.
Con questo articolo vi guidiamo alla scoperta dei tesori storici e naturali di Caselette, raccontandovi alcune delle leggende che rendono questa destinazione tanto affascinante.

La mappa: Caselette (TO)
Nella mappa qui sotto abbiamo indicato i punti di interesse storici in marrone, quelli naturali in verde e gli itinerari in verde.
Per visitare Caselette è molto conveniente fare base ad Alpignano e raggiungerla attraverso la ciclopedonale che attraversa la campagna a lato della Statale 24.
Abbiamo segnalato inoltre i parcheggi dove ad oggi (Giugno 2023) è tollerata la sosta in camper o van. Infine abbiamo contrassegnato i punti in cui è possibile approvvigionarsi di acqua.
Tutte queste informazioni, così come il fatto che il parcheggio venga tollerato, potrebbero in futuro variare.
Un po’ di storia
Caselette vanta una ricca storia che affonda le sue radici nel periodo romano e ancora prima in epoca celtica.
I castelli di Caselette
Caselette vanta sul suo territorio, ben due castelli, tra i più antichi della Val Susa.
Castello di Camerletto (IX sec)
Costruito prima del X secolo fu originariamente un accampamento militare romano a guardia della strada principale della Valle. Il suo primo nome fu Castrum Merletum e i suoi occupanti erano dediti allo sfruttamento agricolo del territorio circostante.
Nel 1025 compare in un documento la prima menzione del nome Caselette, in riferimento alla fondazione del Castello di Camerletto, come monastero benedettino dipendente dall’abbazia di Novalesa.
Ai benedettini subentrarono i certosini. Il castello passa così ai Cistercensi Riformati (Foglianti) che vi rimangono fino alla Rivoluzione francese e, all’inizio del XIX secolo ceduto a privati.
L’aspetto attuale si deve all’architetto Antonio Bertola che lo restaurò in seguito alle devastazioni causate dai Francesi nel XVII e XVIII secolo.
All’inizio del 1800 divenne proprietà della Famiglia Ferrero Ponsiglione, Conti di Borgo d’Ale. Fu quindi ceduto ai Missionari della Consolata di Torino, che lo trasformarono in Seminario e Scuola Artigiana. Dagli anni ’50 del ‘900 appartiene alla Famiglia Paschero. Attualmente è sede di un Bed & Breakfast.
Castello dei conti di Cays (XI sec)
Il Castello Cays di Caselette è un’antica rocca, che, situata ai piedi del monte Musinè, tra la Dora Riparia e il torrente Casternone, con la sua imponenza domina l’ingresso della Valsusa.
All’inizio dell’anno mille sul posto sorgeva una casa fortificata composta da una torre, una parte abitativa ed un rustico adibito a magazzino. Negli anni vi si alternano varie famiglie nobiliari e fu anche rifugio della famiglia reale.
A partire dai De Caselette, i quali amministravano le terre circostanti e riscuotevano il pedaggio per i commerci tra la Valsusa e il Canavese, diviene possedimento dei Savoia, ai quali viene tolto da Barbarossa che lo affida ai marchesi del Monferrato, per poi tornare sotto i signori sabaudi nel Trecento.
Passa ai Canali di Cumiana, che lo abitano da metà ‘300 fino a inizio ‘600. Nel 1640 il feudo passa alla famiglia Cauda, che si estinguono nel 1794.
Il Castello di Caselette passa quindi in eredità ai conti Cays di Pierlas, di Giletta e Caselette che lo abbelliscono con un ampio giardino all’inglese. Il proprietario del momento Carlo fa infatti progettare il parco dal tedesco Xavier Kürten, uno dei più famosi architetti paesaggisti dell’Ottocento.


I nuovi proprietari ricoprono anche ruoli amministrativi comunali. Il conte Luigi diventa sindaco. Il figlio Carlo Alberto, il più illustre dei Cays, attivo promotore di opere pubbliche e varie iniziative per lo sviluppo del paese, ricopre la medesima carica del padre per due mandati.
Nel 1854 il castello accoglie la regina madre Maria Teresa e la regina Maria Adelaide con i figli che vi si rifugiano per scampare all’epidemia di colera.
Oltre che sindaco di Caselette Carlo Alberto Cays fu deputato al parlamento subalpino e ospitò nel castello San Giovanni Bosco. Sull’esempio del Santo, in tarda età prende i voti e diventa salesiano.
Risale a questo periodo la Cappella Gentilizia, dove officerà Don Bosco, realizzata sul modello della Cappella della Sacra Sindone.
L’ultimo dei Cays, Carlo Vittorio, vi abita fino alle nozze nel 1890. La sua vedova Giulia Celesia dona il Castello di Caselette alla Congregazione salesiana nel 1943.
I salesiani accolgono nel castello gli orfani di guerra e dal 1966 vi ospitano per soggiorni gruppi parrocchiali e scolaresche.
A fine 2007 il castello viene acquistato da un privato viene chiuso in modo definitivo. Ora è ammirabile solo dall’esterno.
Architettura del Castello
Il castello dispone di una cinta di fortilizio alla francese del 1500, sovrastata dalla torre rossa che svetta tra piante maestose.
Nel corso dei secoli il Castello ha perso sempre più i suoi connotati di difesa per trasformarsi esclusivamente in residenza signorile, soprattutto dopo le ristrutturazioni e i rifacimenti cui è stato sottoposto nel Seicento e Settecento.
Venne ampliato nel XIX secolo, in occasione di un soggiorno di Vittorio Emanuele II, con forme neogotiche e oggi ha l’aspetto di una residenza ottocentesca.
Chiese e luoghi di culto
Caselette vanta sul suo modesto territorio urbano alcune pregevoli chiesette, come la Chiesa di San Giovanni Battista risalente al XII secolo. Altre chiese degne di nota sono la Chiesa di S. Maurizio, la Chiesa di S. Bernardo e il Santuario di S. Abaco.
Cappella di S. Giovanni (XII sec)
La Cappella, probabilmente in origine come cappella aperta, è intitolata a San Giovanni e risale al XII secolo. Oggi, dopo il restauro realizzato nel 1982, ne rimane solo la bella abside romanica. Un tempo era ornata da un affresco tardo medievale ora scomparso.
I resti della cappella sono di fonte al Cimitero nei pressi del Monumento ai Caduti.
Il parco del Musinè

Caselette è immersa in una cornice naturale mozzafiato, con splendidi paesaggi che attraggono gli amanti della natura.
Tra le meraviglie naturali più apprezzate c’è il Parco del Musinè, che offre una vasta gamma di attività all’aperto, come escursioni, passeggiate panoramiche e percorsi ciclabili.
Con i suoi prati verdeggianti, boschi secolari e panorami mozzafiato, il Parco del Musinè è infatti un’oasi di tranquillità che permette ai visitatori di rilassarsi e rigenerarsi a contatto con la natura.
Questa affascinante vetta è circondata da una ricca storia ed è avvolta da numerose leggende.
Le prime testimonianze dell’esistenza di questa montagna risalgono all’era preistorica, quando era abitata da comunità umane primitive. Già in tempi remoti il Musinè costituì un importante punto di riferimento per le popolazioni locali, che ne sfruttavano le risorse naturali realizzandovi insediamenti.
Le sue pendici sono ricoperte da una varietà di alberi e vegetazione creano, specialmente in autunno, uno spettacolo di colori.

Una fauna selvatica diversificata trova rifugio tra le sue rocce e i suoi boschi, rendendo il Musinè un luogo di grande interesse per gli amanti della natura e degli animali.
Nonostante un’altezza assolutamente modesta, dalle sue cime è possibile, nelle giornate in cui il cielo è limpido, godere di panorami mozzafiato sulla città di Torino, la Pianura Padana, le valli e le montagne circostanti.

Si narra che la montagna nasconda antichi tesori e segreti, attirando avventurieri e cercatori di fortuna.
Leggende locali, che raccontano di spiriti e creature mistiche che ne abiterebbero le profonde grotte e gli anfratti, aggiungono un fascino unico a questa montagna.

Sentieri ben segnalati permettono di esplorare la montagna, scoprendo panorami mozzafiato e diversi luoghi di interesse storico e naturale, tra cui i resti di un acquedotto romano, due ville romane, pinete secolari, uno stagno morenico e antiche cave di magnesite perfettamente conservate.
È possibile praticare trekking, mountain bike e arrampicata, godendo di un’esperienza immersiva nella natura.
Consigli pratici
Prima di intraprendere un percorso ciclabile o di trekking sul Musinè, è importante prendere alcune precauzioni e seguire alcuni consigli pratici.

Assicuratevi di essere adeguatamente equipaggiati con scarpe da trekking o da ciclismo, abbigliamento adatto alle condizioni meteorologiche, acqua e cibo sufficienti.
Portate con voi una mappa dei sentieri o utilizzate un’applicazione di navigazione per orientarvi lungo il percorso.
Rispettate sempre l’ambiente naturale, portando con voi i rifiuti e evitando di danneggiare la flora e la fauna locali.

Le ville romane e i resti dell’acquedotto romano
Il Musinè è ricco di storia antica, con siti celtici e romani che testimoniano il passaggio e l’influenza delle due civiltà in questo luogo.
Nella nostra esplorazione abbiamo percorso gli antichi sentieri e abbiamo visitato tutti gli importanti siti romani nel Musinè: i resti dell’acquedotto Romano e delle Ville Romane di Caselette e Almese.
L’Acquedotto Romano del Musinè è una testimonianza straordinaria dell’abilità ingegneristica degli antichi romani. Questo sistema di approvvigionamento idrico fu costruito per portare acqua potabile alle città e agli insediamenti romani della regione.
L’acquedotto, con i suoi archi maestosi ormai scomparsi e la sua struttura solida che ha resistito per millenni, si estende per diversi chilometri attraverso il territorio del Musinè, rappresentando un’imponente opera di ingegneria idraulica. Ancora oggi, è possibile ammirarne i resti e immaginare l’importanza vitale che ebbe per la comunità romana dell’epoca.
La Villa Romana di Caselette, così come quella di Almese, rappresenta un’importante testimonianza dell’architettura e del modo di vita romano.
Nei basamenti delle due ville sono ancora distinguibili le sale e gli spazi che ne avevano costituito le stanze. Visitando le due ville si verrà catapultati nel passato, nella vita quotidiana degli abitanti romani che un tempo risiedevano in queste dimore rurali.
L’Acquedotto Romano del Musinè e le due ville romane alle sue pendici meritano una cura e una conservazione attente. Purtroppo al momento della nostra visita le due ville risultano chiuse e gli orari di visita sono limitati a pochi giorni l’anno, ci auguriamo che il comune si incammini verso una soluzione che renda più fruibile tale patrimonio storico.
Il santuario di S. Abaco (XVI sec)
Il santuario di Casalette ha origine incerta: i primi documenti a nominarlo risalgono al 1551.
Tra il 1765 e il 1770 venne realizzato un campanile. A partire dal 1817 hanno luogo diversi ampliamento della chiesa di portata considerevole.
La costruzione della strada è opera di volontariato domenicale di giovani del paese, spronati dal conte Cays, che ha preso a cuore queste iniziative. Dal 1854 vengono realizzati i piloni della Via Crucis, col contributo di singoli e gruppi sia caselettesi che forestieri: don Bosco, che visita Caselette in quegli anni, definisce questa Via Crucis monumento parlante della pietà e della religione dei caselettesi.
Tra il 1859 e il 1860 venne realizzato il portico.
La festività religiosa di Sant’Abaco ricorre il 19 gennaio. Il sabato precedente si tiene presso il santuario un pomeriggio di festa che si conclude con una fiaccolata a scendere dal santuario al paese.
Le cave di magnesite del Musinè
Le Cave di Magnesite del Musinè rappresentano una testimonianza dell’attività estrattiva che ha caratterizzato la regione nel corso dei secoli.

Da queste cave già proveniva il materiale utilizzato per i pavimenti della villa rustica romana dei Pian, ma è dal 1875, ad opera di due imprenditori pinerolesi, Luigi Sery e Giovanni Mallion, che l’estrazione del minerale nell’area assume i contorni industriali.
La magnesite era allora utilizzata nella fabbricazione di porcellane e come materiale refrattario nei rivestimenti dei forni.
Secondo una delibera cittadina del 1878 le cave di magnesite del Musinè assicuravano a Caselette un reddito sufficiente per un periodo considerevole.
Altre aree adiacenti alla cava maggiore divennero oggetto di scavo negli anni di fine ‘800.

Nel 1883 Mallion cedette l’affitto della cava e la proprietà della fabbrica alla società Lavelli di Milano. Nel 1895 la ditta divenne Società Viglezzi che proseguì l’attività estrattiva fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando la cava fu abbandonata.

Il paesaggio che si presenta al visitatore ha un aspetto quasi alieno, potrebbe dirsi lunare. Dal bosco verde si passa ad un area connotata da vegetazione rada e spoglia se non per qualche pino che cresce di prepotenza tra le sabbie di color giallo-biancastro.
Esplorando le cave, è possibile ammirare le pareti di roccia scavate dall’uomo, evidenza tangibile del duro lavoro dei minatori che hanno operato in questo luogo. Le cave di magnesite offrono anche un’opportunità unica per comprendere la geologia della regione e l’importanza delle risorse naturali nella storia economica del Musinè e delle aree circostanti.
Fino a qualche anno fa erano ancora presenti in loco i resti delle rotaie e dei carretti in ferro utilizzati per trasportare più a valle il minerale.
Musinè tra ufo, misteri e magia
Il Musinè è protagonista di numerose leggende tramandate nei secoli.
Il Tesoro Nascosto
Una delle leggende più conosciute del Musinè parla di un tesoro nascosto da qualche parte nelle grotte della montagna. Si dice che vi sia stata celata una grande fortuna ma nessuno sia mai riuscito a trovarla. Secondo la leggenda, il tesoro sarebbe protetto da incantesimi e spiriti guardiani che consentiranno solo a chi ha un cuore puro di scoprirne l’ubicazione.
Gli Spiriti della Montagna

Secondo un’altra leggenda il Musinè sarebbe abitato da spiriti misteriosi che proteggono la montagna e i suoi segreti. Questi spiriti, conosciuti come gli Anziani del Musinè, considerati i custodi della natura e degli equilibri spirituali della montagna apparirebbero solo a coloro che dimostrano rispetto e devozione per la montagna, offrendo la loro protezione. Molti escursionisti e visitatori hanno riferito di avvistamenti e incontri con tali entità, alimentando ulteriormente l’atmosfera di magia e mistero che avvolge la montagna.
Il vento misterioso
Un’altra leggenda che circonda il Musinè riguarda un vento misterioso che soffia tra le sue vette. Si dice che questo vento sia portatore di buoni auspici e che abbia il potere di guarire malattie e allontanare gli spiriti maligni. Molte persone si recano al Musinè nella speranza di sentire il vento misterioso e di beneficiare delle sue presunte proprietà curative. Questa leggenda ha contribuito a creare una reputazione di luogo sacro e di grande potere energetico intorno alla montagna.
L’amore proibito

Una leggenda romantica sul Musinè racconta di un amore proibito tra una giovane contadina e un nobile. Si dice che i due si incontrassero segretamente nelle valli del Musinè, trovando rifugio tra le sue foreste e le sue rocce, ma che le loro famiglie disapprovavano la loro relazione e cercarono di separarli.
Secondo la leggenda i due amanti sarebbero scomparsi misteriosamente e le loro anime si sarebbero fuse con la montagna, creando un’aura di romanticismo e tristezza intorno al Musinè.
Il passaggio segreto
Una delle storie più affascinanti sul Musinè riguarda l’esistenza di un passaggio segreto che collegherebbe la montagna a terre lontane. Secondo la leggenda, questo passaggio nascosto sarebbe stato utilizzato dai re e dai nobili del passato per fuggire in caso di pericolo. Tuttavia, l’entrata del passaggio rimane un mistero, e solo pochi fortunati avrebbero avuto il privilegio di scoprirlo e di attraversarlo.
La grotta del lupo mannaro

L’ultima, ma probabilmente la più conosciuta e raccontata ai campi estivi locali, tra le leggende del Musinè, vocifera di un lupo mannaro che si nasconderebbe in una grotta da qualche parte della montagna, per scendere nei paesi circostanti a rapire vittime che porterebbe nella sua tana nelle notti di luna piena.
Musinè e UFO, tra misteri e avvistamenti

Oltre alla sua bellezza naturale e alle sue leggende il Musinè è particolarmente conosciuto a livello internazionale per essere un luogo di avvistamenti UFO.
Nel corso degli anni, il Musinè ha registrato infatti una quantità insolita di testimonianze di avvistamento di presunti UFO. Testimoni oculari hanno riportato avvistamenti di oggetti volanti non identificati che si muovono in modo anomalo nel cielo sopra le montagne.
Alcuni hanno descritto luci brillanti, forme insolite e movimenti rapidi e silenziosi.
Tali avvistamenti hanno suscitato grande interesse tra gli appassionati di UFO, i ricercatori e la comunità locale.
Le spiegazioni sugli UFO nel Musinè sono varie e dibattute. Alcuni sostenitori delle teorie ufologiche credono che gli avvistamenti siano la prova della presenza di visitatori extraterrestri che esplorano la Terra. Altri suggeriscono che potrebbero essere dispositivi di tecnologia avanzata sviluppati segretamente da governi o agenzie militari. Secondo una teoria il Musinè sarebbe un importante base aliena e alcune zone pianeggianti si aprirebbero per permettere la fuoriuscita e l’ingresso di dischi volanti.

Alcune teorie più scettiche attribuiscono gli avvistamenti a fenomeni naturali, come meteore o illusioni ottiche.
L’interesse per gli UFO nel Musinè ha portato a diverse indagini e ricerche sul fenomeno. Alcuni ufologi e appassionati hanno studiato gli avvistamenti e raccolto testimonianze al fine di trovare prove concrete dell’esistenza di vita extraterrestre.
Tuttavia, nonostante gli sforzi, finora non sono stati forniti risultati definitivi o conclusivi che dimostrino la natura degli UFO nel Musinè.
Gli avvistamenti UFO nel Musinè hanno però avuto un impatto significativo sulla cultura locale e sull’immaginario collettivo. Le storie di incontri con presunti extraterrestri e di avvistamenti misteriosi hanno alimentato la curiosità e la speculazione. Nel corso degli ultimi 70 anni infatti il Musinè è divenuto famoso per gli innumerevoli avvistamenti, attirando visitatori e appassionati di UFO da tutto il mondo.
Il mistero degli UFO sul Musinè continua ad affascinare e a incuriosire sia i residenti che i visitatori.
Raccomandazioni

Il Musinè è una meraviglia naturale che unisce storia, bellezza e mistero. La sua storia millenaria, la sua bellezza e le leggende che lo circondano creano un’atmosfera unica che affascina e afferra l’immaginazione.
È importante visitare questo monte nel rispetto della natura e delle regole di comportamento, contribuendo alla sua protezione per le generazioni future.
Se avete l’opportunità di visitare il Musinè, non perdete l’occasione di immergervi nella sua maestosità, esplorando la sua storia e scoprendo le leggende che si celano tra le sue vette, certamente i locali ne conosceranno ulteriori, che noi purtroppo, non abbiamo avuto la fortuna di ascoltare.
Siamo certi che questo viaggio sarà per voi, come lo è stato per noi, un’esperienza indimenticabile che vi lascerà un ricordo duraturo.
Pera Aöta, il masso erratico di Caselette, un’opera geologica unica nel suo genere

Pera Auta (o Pietra Alta) è una delle meraviglie naturali che caratterizzano il paesaggio di Caselette.
Il Masso Erratico di Caselette è una roccia di dimensioni considerevoli, caratterizzata da una forma irregolare e una composizione differente rispetto alle rocce circostanti. Le sue dimensioni sono impressionanti, con un’altezza di circa 10 metri, per 50 di diametro.
È uno straordinario esempio di geologia, un testimone silenzioso delle forze e dei processi che hanno modellato il nostro pianeta nel corso dei millenni affascinando studiosi e visitatori interessati alla geologia.
La sua origine risale all’era glaciale, quando enormi masse di ghiaccio si sono spostate attraverso la regione. Durante il movimento dei ghiacciai, il masso si è staccato dalla sua posizione di origine ed è stato trasportato per lunghe distanze, finendo infine nel suo attuale sito a Caselette. Questo fenomeno, noto come trasporto glaciale, è responsabile della presenza di massi erratici in diverse parti del mondo.
Il Masso Erratico di Caselette offre ai visitatori un’opportunità unica di ammirare da vicino una testimonianza tangibile della forza della natura.
La sua imponente presenza e la bellezza grezza della roccia attirano fotografi, appassionati di geologia e amanti della natura.
È fondamentale preservare il masso erratico di Caselette per le generazioni future, garantendo la sua integrità e proteggendolo da danni e degrado, sensibilizzando il pubblico sulla necessità di rispettare e tutelare il patrimonio naturale.
Negli ultimi decenni sul masso sono state tracciate numerose vie di arrampicata.
[Foto: Inserire qui una serie di foto che mostrano il Masso Erratico di Caselette da diverse angolazioni, evidenziandone la sua dimensione imponente e le caratteristiche geologiche.]
Conclusione

Con la sua storia affascinante, i luoghi di interesse storico e la bellezza naturale che la circonda, Caselette rappresenta un’autentica gemma della provincia di Torino.
I visitatori che vi si recheranno avranno l’opportunità di immergersi nella storia millenaria del luogo, ammirare l’architettura medievale del Castello, le chiese, e di intraprendere le innumerevoli attività all’aperto nel meraviglioso Parco del Musinè.
Che siate appassionati di storia, amanti della natura o semplicemente in cerca di nuove esperienze, Caselette vi offrirà un’esperienza indimenticabile.