Parco naturale della Sila: alla scoperta del cuore verde d'Italia

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Autore Alessandro 31 Agosto 2022
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Luogo sospeso tra passato e presente, cuore verde nel centro della penisola calabra con paesaggi variegati e unici al mondo. Distese di verde a perdita d’occhio, foreste secolari popolate di pini, fitti boschi di larici, aceri, abeti, querce, tigli e faggete e vasti altipiani da cui osservarne i paesaggi mozzafiato.

Riconosciuto dall’UNESCO come decima riserva della biosfera italiana, inserito nella rete mondiale dei siti di eccellenza, più vecchio parco nazionale della Calabria e tra i primi 5 in Italia, il Parco nazionale della Sila vanta un patrimonio naturale la cui diversità dei paesaggi, varietà di specie animali e vegetali e bellezza dei luoghi, lo rendono tutto l’anno il luogo perfetto per camminare e godere dello splendido territorio.

Villaggi incastonati nel verde dei pini più alti d’Europa e insenature lacustri che ricordano i fiordi scandinavi.

Un itinerario tra storia e natura, in cui è possibile praticare una moltitudine di attività all’aperto con un occhio di riguardo per la buona tavola, il Parco Nazionale della Sila è un angolo di paradiso per tutta la famiglia: un parco per tutte le stagioni.

Parco nazionale della Sila

Custode di preziosi beni storici e ricchezze naturali, con i suoi centocinquantamila ettari, il Parco nazionale della Sila si estende in Calabria tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro.

In questo territorio la cui varietà di paesaggi, piante e animali trasmettono incanto e meraviglia, si respira l’aria più pulita d’Europa.

Il Parco della Sila è il parco italiano con la maggior percentuale di superficie boscata, circa l’80% del totale, e custodisce uno dei più significativi sistemi di biodiversità.

Qui si possono ammirare muschi e licheni, erbe, felci, arbusti e rampicanti, policromi fiori e una miriade di animali, tra cui moltissimi rapaci anche rari. Un paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching.

Meta in primavera di amanti del trekking e gite in mountain bike, si popola in estate per le attività sui laghi e lungo i corsi d’acqua. I mesi autunnali donano ai suoi boschi boschi un’aurea fiabesca e magica dalle mille sfumature dorate, arancioni e rossastre, regalando emozioni uniche agli amanti del fogliame, l’inverno lo trasforma in una grande pista da sci da fondo, discesa e bob e lo rende il luogo perfetto per lunghe escursioni in ciaspole.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

Il parco

Il territorio del Parco nazionale della Sila si divide in tre parti: la Sila Greca, a nord nella provincia di Cosenza, la centrale Sila Grande, e Sila piccola, più a sud nel catanzarese e comprende 19 comuni, sparsi tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

La Sila Grande

La Sila Grande è l’area più estesa e ricca di foreste.

Conosciuta soprattutto per i Giganti della Sila della riserva naturale di Fallistro - un bosco con pini neri unici al mondo - vanta le montagne più belle di tutta la Sila (Monte Botte Donato, Monte Nero, Monte Curcio e Monte Scuro) e i principali percorsi: circa 31 tra storici, archeologici, botanici, religiosi e gastronomici.

Tre sono i grandi laghi, tutti artificiali: Cecita, Arvo e Ampollino.

Per i più piccoli, questa parte del Parco propone i sentieri di montagna di Arboreto che conducono alla casa dei pipistrelli di Fossiata e al Parco Silavventura. Gli amanti della storia apprezzeranno senz’altro il Camigliatello Silano, località ricca di ritrovamenti archeologici ora raccolti nel Museo della Sila, e principale centro sciistico della Calabria.

Da non perdere Lorica con il suo lago Arvo, navigabile e perfetto per gli sport acquatici come il canottaggio e il windsurf.

Lorica e il suo lago fanno parte del comune di San Giovanni in Fiore, il centro abitato più grande della Sila, sorto nel XII secolo quando il monaco Gioacchino da Fiore vi fondò il suo monastero dedicato a San Giovanni: l’Abbazia Florense, tuttora esistente e visitabile.

Oltre all’abbazia e a decine di palazzi nobiliari e chiese, San Giovanni in Fiore offre ai turisti il sito archeologico di Iure Vetere.

La leggenda della Pietra dell’altare

In un’assolato pianoro subito fuori dal bosco di Lorica, ci si imbatte in una fila di grosse pietre di circa 200 metri. Tale formazione è chiamata dagli abitanti del luogo “Pietra dell’Altare” o “Stonehenge della Sila”.

Secondo i locali la denominazione Pietra dell’Altare deriva da una messa celebrata in loco da una spedizione di cavalieri, di ritorno dalle Crociate, che improvvisarono un altare su una grossa pietra.

Altre storie che affondano in tempi ancora più antichi sostengono che il celebre rito fosse avvenuto alla presenza di Carlo Magno in persona.

Non esistono fonti storiche che attestino la presenza del re carolingio sull’altopiano silano, ma la Pietra dell’Altare si trova in un area che ha il nome di Serra di Carlomagno, denominazione che compare già in un manoscritto attestante l’avvenuta donazione ad un monastero da parte della madre di Federico II nel 1198.

Diverse sono le testimonianze di viandanti che riferiscono di aver provato strane sensazioni e particolari vibrazioni al cospetto dei massi.

La Sila Piccola

La parte meridionale del parco, , da sud del lago Ampollino fino alla valle del Savuto, è occupata dalla Sila Piccola.

Compreso tra le bellissime montagne Scorciavuoi, Gariglione e Femminamorta la Sila Piccola è un territorio a misura di turista, ricco di villaggi e rifugi, dove i fitti boschi di castagni e querce si alternano agli altopiani.

Tra i monti Gariglione e Scorciavuoi, le estese praterie e fitti boschi silenti della Valle del Tacina costituiscono la più integra e solitaria tra le valli silane. Tra le strette dorsali dei monti Gariglione e Femminamorta si apre invece la Gola del Soleo, ove l’asperità del territorio e l’oscurità del paesaggio le hanno affibbiato il meritato nome di Manca del Diavolo.

Il borgo di Tiriolo, proprio alle porte della Sila Piccola, su di un poggio di 600 metri, spartiacque dei fiumi Amato e Corace, è soprannominato dai locali il paese dei due mari. Le finestre del paese affacciano quasi tutte sull’Istmo di Catanzaro, la lingua di terra più stretta d’Italia, e questo consente di vedere in un’unica panoramica sia il Mar Tirreno che lo Jonio.

La posizione privilegiata di Tiriolo lo rese un centro ambito da diverse civiltà. Vi si trovano reperti archeologici di varie epoche a partire dal neolitico, tra cui la preziosa collezione di abiti tradizionali custodita al Museo Civico, con esempi di tessitura occitana e arbëreshë.

A quota 1300 metri la Sila Piccola ospita un caratteristico villaggio in stile alpino: Villaggio Mancuso, punto di riferimento per le escursioni invernali assieme a Villaggio Palumbo.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

Qui vi è anche la Riserva Naturale del Gariglione, tra le zone più selvagge e incontaminate della Calabria, coperta da fittissime foreste che vi faranno dimenticare di essere nel Meridione d’Italia.

Altri importanti centri abitati sono Zagarise, cittadina medievale ricca di architetture normanna con la Torre del Guiscardo (una torre militare duecentesca), le Grotte dei Briganti, le cascate Del Campanaro e il Canyon delle Timpe Rosse.

Subito fuori dai confini del parco troviamo Taverna, borgo medievale dalle splendide architetture religiose, che diede i natali a Mattia Preti, uno dei più importanti esponenti della pittura napoletana e tra i maggiori pittori di successo del ‘600. Molte delle sue opere e di altri pittori di notevole interesse sono visitabili presso il Museo Civico del paese.

La Sila Greca

Meno estesa delle altre due aree del parco, ma certamente la più selvaggia, la Sila greca arriva fino alla fertile piana di Sibari. Deve il suo nome allo stretto legame con la Magna Grecia e alle civiltà albanesi che vi si insediarono nel corso della storia.

Gli splendidi boschi di larici e i sentieri che ne attraversano vallate ricordano più le Alpi che gli Appennini.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

Acri, paese arroccato attorno alla cima del Monte della Noce detto porta della Sila, è tra i luoghi più vivaci e frequentati della Sila.

Con conventi e chiese antiche, rovine del castello dell’antica civiltà dei Bruzii e diversi palazzi storici è il centro più importante.

Non lontano da Acri troviamo Castelsilano, dal territorio ricco di sorgenti naturali di cui alcune solfuree e cavità speleologiche (la più importante è la Grotta di Samourì o Grave Grubbo).

Da non perdere l’antico borgo di Acerenthia con i suoi resti medioevali.

Scendendo verso sud, incontriamo Longobucco, paesino bizantino che conserva ancora molte tradizioni antiche, raccontate nel Museo locale dell’Artigianato Silano.

Infine il Lago Cecita, splendido specchio d’acqua artificiale nato dallo sbarramento del fiume Mucone, sulle cui rive permangono diversi siti archeologici di epoca greco-romana, come il Santuario Scoperto e i resti preistorici di zona San Lorenzo.

Un po’ di storia

L’abitato preistorico e i primi insediamenti temporanei

Indagini della soprintendenza per i beni archeologici della Calabria svoltesi nel 2004 hanno messo in luce, nei pressi dell’attuale lago artificiale Cecita, un vasto insediamento preistorico databile tra la fine del Neolitico (3800 a.C.) e l’inizio dell’Eneolitico (3300 a.C.). Sul luogo sono state ritrovate scodelle, olle, asce litiche e lame in selce e ossidiana.

A differenza delle antiche civiltà degli Itali, degli Enotri e dei Morgeti, i popoli successivi, come i Bruzi, i greci e i romani non riuscirono mai a spingersi oltre le prime propaggini dell’altopiano.

I Bruzi furono la popolazione che riuscì sfruttare di più le terre silane. Abitarono la Sila durante i periodi più temperati e vi si rifugiavano per ingaggiare guerriglie contro i coloni greci.

I Sibaritidi utilizzarono la Sila come luogo di caccia e pastorizia, attraversandola più volte per fondare colonie nelle aree collinari e sulla costa tirrenica.

La Sila era vista soprattutto come un grande bacino per lo sfruttamento del legname e come luogo impervio che poteva dare ospitalità ai popoli in fuga. Così fece Spartaco, che vi si rifugiò prima di essere sconfitto da Marco Licinio Crasso in terra di Puglia.

Dal Medioevo fino all’unità d’Italia

Se fino al Medioevo le popolazioni non riuscirono a crearvi centri urbani stabili, nel 1189 l’abate Gioacchino da Fiore scalò le pendici occidentali dell’altipiano e sulla cresta orientale fondò una grande abbazia.

Dal monastero nacque nel 1500 la cittadina di San Giovanni in Fiore, primo centro urbano stabile sorto sulla Sila oltre i 1000 m.

Secondo studi recenti il luogo scelto da Gioacchino - oggi indicato come Faradomus - fu abitato in maniera stabile qualche secolo prima dai Longobardi e poi da monaci basiliani, che qui realizzarono alcuni insediamenti rupestri.

Dall’arrivo in Sila dei monaci florensi, l’area del parco venne suddivisa in Sila Badiale, che comprendeva le terre concesse in donazione ai monaci da Enrico VI, e Sila Regia, di cui facevano parte invece le terre del demanio regio. Tale divisione fu mantenuta per molti secoli.

Iniziano a fiorire alcuni centri culturali legati a Gioacchino, come l’abbazia di Corazzo, e altri autonomi, come il centro francescano di Pedace.

Federico II di Svevia permise l’espansione e rese autonome le tre abbazie cistercensi calabresi: l’abbazia della Sambucina a Luzzi, l’abbazia di Santa Maria della Matina a San Marco Argentano e l’abbazia di Sant’Angelo de Frigillo a Mesoraca e concese il libero pascolo in ampie aree silane.

Iniziano così violenti attacchi da parte di contadini e agricoltori di San Giovanni in Fiore e dei comuni presilani (Aprigliano, Albi, Magisano e Spezzano Grande) che si vedono sottratte dai monaci le aree per poter coltivare.

Le proteste sfociarono in rappresaglie contro lo stesso bosco, che diviene vittima di numerosi incendi e tagli indiscriminati. La situazione è così drammatica da spingere il governo ad inviare funzionari per sedare le rivolte e mettere un freno alle devastazioni.

Gli inviati del governo si trovarono dinnanzi a scenari tetri e infernali: così descrivono la situazione Giuseppe Maria Galanti nel 1792 e Giuseppe Zurlo nel 1852. Gli incendi avevano distrutto ettari ed ettari di bosco, soprattutto nella Sila Grande e nella Sila Piccola.

Contemporaneamente i centri della fascia presilana cosentina iniziano a sviluppare un certo interesse per le aree più interne. All’inizio del 1800 si afferma la coltivazione della patata che diviene presto una peculiarità di tutta la Sila e che ottiene il prestigioso riconoscimento IGP con il marchio Patata della Sila.

Il XX ed il XXI secolo

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento viene progettata la ferroviaria transilana, per collegare Cosenza a Crotone. Ma i lavori avanzarono a singhiozzo. L’ultima tratta realizzata viene aperta solo nel tardo 1956.

Il sistema ferroviario veniva visto non solo come un’infrastruttura capace di rompere l’isolamento delle aree silane ma anche come mezzo industriale per avere in Sila un’industria boschiva all’avanguardia.

I disboscamenti

Fin dall’epoca greca, ma soprattutto durante l’Impero Romano, il bosco silano fu sfruttato per il suo legname, utilizzato per la costruzione delle flotte navali.

Dalla fine del Settecento le terre della Sila furono disboscate a più riprese per essere messe a coltura. I disboscamenti crebbero con le rappresaglie contadine nei confronti degli ordini monastici.

Vasti disboscamenti avvennero anche ad inizio del secolo scorso a causa della prima legge forestale italiana che proiettò le foreste della Sila in una situazione drammatica.

La Sila Piccola era caratterizzata da una fitta foresta di maestosi alberi secolari di faggio, pino ed abete, dal diametro che superava ampiamente i 2m. Nei primi decenni del Novecento l’area subì una rilevante azione di disboscamento da parte della So.Fo.Me. (Società Forestale Meridionale). Anche molte società forestali provenienti da fuori regione, si misero a tagliare in modo massiccio e indiscriminato tutte le foreste ivi presenti.

La situazione durò dal 1929 al 1949 e provoco l’abbattimento di migliaia di alberi secolari. Il legname era così abbondante che per meglio effettuare il lavoro, le industrie boschive decisero di realizzare villaggi in loco per ospitare i lavoratori.

Furono teleferiche e ferrovie a scartamento ridotto per il trasporto dei tronchi verso il porto di Crotone.

Il disboscamento del Gariglione si fermò solo negli anni della prima guerra mondiale, momento in cui si accese il dibattito in Parlamento sull’istituzione di un’area protetta in Sila, per salvaguardare l’enorme patrimonio forestale.

Ma la foresta tornò ad essere gravemente colpita nella seconda guerra mondiale, a causa della grande richiesta di legname a scopo bellico.

L’apice delle devastazioni si ebbero alla fine della Seconda Guerra Mondiale, con il pegno di guerra da parte delle forze anglo-americane che disboscarono ampie aree dell’acrocoro calabrese. Furono moltissimi gli alberi plurisecolari tagliati dagli Alleati come risarcimento dei debiti di guerra, tanti dei quali vennero probabilmente impiegati nella costruzione delle impalcature dei grattacieli di Manhattan. Si ipotizza che l’estensione del bosco, prima della devastazione perpetuata dagli anglo-americani, fosse circa il triplo di quella attuale.

Iniziarono a verificarsi frequenti smottamenti e le amministrazioni si resero conto di quanto la situazione fosse allarmante, riaccendendo il dibattito sulla necessità di salvaguardare il Parco.

Nascita dei laghi silani e dei villaggi turistici

All’inizio del XX secolo Furono edificate le dighe che formarono i bacini del lago Ampollino e Arvo e i due bacini idrici del lago Cecita e Ariamacina.

La nascita dei laghi artificiali mutò notevolmente il sistema territoriale silano e produsse non solo un’industria legata all’energia idroelettrica, ma anche il fiorire di villaggi turistici.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

Nacquero Lorica, sul lago Arvo, e Trepidò, sul lago Ampollino, e si sviluppo notevolmente l’allora villaggio rurale di Camigliatello a poca distanza dal Cecita. Sorsero anche i villaggi turistici della Sila Piccola: Villaggio Mancuso e Racise.

Con la riforma dell’agricoltura, vennero realizzati i numerosi villaggi rurali: Rovale, Cagno e Germano, Sculca, Righio e Croce di Magara, Cava di Melis, Caporose e Tassitano e Bocca di Piazza. Molti conservano ancora un aspetto prevalentemente agricolo mentre altri sono diventati centri turistici di villeggiatura.

Nel territorio del parco, presso i villaggi turistici e nei tre centri urbani sono presenti centri di visita tematici, musei naturalistici e giardini botanici.

Cultura e luoghi di particolare interesse storico

Nel perimetro del parco nazionale della Sila ricadono i tre centri storici di Longobucco, Magisano, e Zagarise.

Tra i centri di carattere storico ed artistico più rilevanti è certamente da menzionare Taverna, con il museo di Mattia Preti e le chiese di San Domenico (XVII sec.) e Santa Barbara, il centro storico di Rossano, che ospita l’antica chiesa bizantina di San Marco, la cattedrale di Maria Santissima Achiropita e numerosi palazzi nobiliari e fuori l’antico centro storico l’abbazia di Santa Maria del Patire (XII sec.)

Il centro principale della Sila è San Giovanni in Fiore, ricco di chiese tra cuiSanta Maria delle Grazie (XVI sec.), Santa Maria della Sanità (XVII sec), il convento dei Padri Cappuccini (XVII sec.), l’antica abbazia Florense (fondata nel XII sec. e divenuta nel XVI sec. referente di tutti gli eremi della zona).

Anche Spezzano della Sila presenta numerose chiese (San Pietro, San Biagio, il convento Francescano). Mesoraca ha un centro storico molto antico con numerose chiese di interesse, due delle quali dichiarate dagli anni trenta monumenti nazionali (la chiesa del Ritiro sec. XVIII e il santuario del S.S. Ecce Homo di origine basiliana) e i resti dell’abbazia di Sant’Angelo de Frigillo. Infine, ma non ultimo, il centro storico e il santuario della Santa Spina di Petilia Policastro (XVI sec.)

Territorio

La Sila è un massiccio a base quadrangolare, di forma pressoché piramidale con le cime principali situate in posizione nord-ovest, caratterizzato da una diversificazione ambientale molto varia attribuibile principalmente a due fattori: l’influenza del clima mediterraneo e la distanza dal mare, che rende alcune zone della Sila - in particolar modo la Sila Grande - aree dal clima continentale.

La foresta, sia di aghifoglie che di caducifoglie, è la caratteristica distintiva del Parco.

Il diversificato patrimonio vegetale e floreale dell’altopiano della Sila ne accomuna il paesaggio sia con l’ambiente appenninico che con quello alpino, ma le origini sono da ricondurre ad epoca geologica ben più remota dell’orogenesi appenninica: la struttura geologica formata dalla degradazione delle rocce di granito e porfidi rende infatti l’altopiano molto più simile alle Alpi.

La Sila è la zona più piovosa della Calabria. Qui le escursioni termiche sono quasi estreme: in inverno si scende di diversi gradi sotto lo 0 mentre in estate la media serale è di 15 °C.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

Da sempre considerata una foresta vergine impenetrabile la Sila ha visto però, fin dall’antichità, colonizzazioni temporanee. Già in epoca romana vaste aree vennero sfruttate per l’abbondanza di pece e legname, E, dal medioevo i boschi furono tagliati per ottenere terre da dedicare all’agricoltura ed alla pastorizia. Tale contrasto fra bosco e agricoltura si ne ha modificato profondamente l’assetto territoriale originario.

Riserve naturali

All’interno del parco nazionale della Sila sono presenti 9 fra le più importanti riserve naturali della regione Calabria:

  • Riserva naturale I Giganti della Sila in località Fallistro La più rinomata tra le presenti. 56 alberi dai 2 ai 6 metri di circonferenza con più di 350 anni di età, 50 alberi di pino Laricio, 5 di acero montano, oltre a faggete e castagni di varie dimensioni.

  • Riserva naturale Golia Corvo, Area di salvaguardia e reintroduzione cervi.

  • Riserva naturale Gallopane, Prossima al centro visite del Cupone, custodisce recinti faunistici con esemplari di capriolo, cervo, daino, lupo e muflone, a scopo di tutela, oltre ad un orto botanico ed un giardino ecologico ricco di esemplari floreali.

  • Riserva naturale Tasso Camigliatello Silano Si trova nei pressi della stazione meteorologica di Monte Scuro e dell’Aeronautica Militare ed è dedicata alla conservazione del patrimonio genetico della foresta silana.

  • Riserva naturale Poverella Villaggio Mancuso Vicino al Centro visite Monaco di Villaggio Mancuso, ospita il museo verde dedicato all’educazione ambientale, è dotata di sentieri facilmente percorribili ove vengono illustrate tramite tabelle la fauna e la flora della Sila Piccola.

  • Riserva naturale Coturelle Piccione A 50 km di distanza da Catanzaro, nella Sila Piccola, è una riserva che custodisce una ricca comunità faunistica soprattutto avicola.

  • Riserva naturale Gariglione - Pisarello Nella Sila Piccola, caratterizzata dalla presenza di grandi boschi ad alto fusto di faggio misto ad abeti bianchi. Questi ultimi sono risultati particolarmente tolleranti alle piogge acide e riparatrici del terreno soggetto a tali piogge. Vi è presente un abete colossale (35 m per 10,20 di circonferenza) soprannominato Prometeo, ritenuto il più grande abete d’Italia. Quando il Parco venne istituito, l’albero venne dato alle fiamme per ripercussione verso l’istituzione dell’area protetta. L’abete fu però clonato per sviluppare nuove piante e conservarne integralmente il suo codice e le caratteristiche genetiche.

  • Riserva naturale Macchia della Giumenta-S.Salvatore Ubicata tra la Sila Grande e quella Greca ospita importanti specie vegetali e da rifugio a numerosi uccelli.

  • Riserva naturale Trenta Coste Nella Sila Greca, vi sono pini larici, castagni, abeti bianchi, cerri e faggi.

Sentieri

700 km di sentieri, oltre 3000 tabelle segnavia, 140 pannelli d’insieme con mappe, livelli di difficoltà, lunghezze e altre caratteristiche dei percorsi. È la Rete Sentieristica del Parco Nazionale della Sila, che si snoda per tutta l’area protetta.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

Ai primi posti in Italia per l’organizzazione dei tragitti di trekking,con i suoi 66 sentieri (51 secondari e 5 parte del famoso Sentiero Italia): alcuni accessibili anche a persone con disabilità.

Una ricca rete di percorsi segnalati con chiarezza e curatissimi, tra l’alternarsi di boscaglie, tratturi battuti (le antiche strade contadine), radure collinari, fondi ghiaiosi, soffici tappeti di foglie, acquitrini melmosi e limpidi guadi.

Centri visita, musei e giardini botanici

Il parco ha 3 centri visita attivi e uno in allestimento:

  • Centro visite Cupone, nel comune di Spezzano della Sila (Sila Grande) presso il lago Cecita;
  • Centro visite Monaco, nel comune di Taverna, presso il Villaggio Mancuso (Sila Piccola);
  • Centro visite Buturo-Casa Giulia, nel comune di Albi (Sila Piccola) presso il lago Cecita;
  • Centro visite Trepidò, in allestimento, nel comune di Cotronei, presso il villaggio di Trepidò sul lago Ampollino.

6 sono i Musei

  • Museo naturalistico di Cupone, nel comune di Spezzano della Sila (Sila Grande), presso il lago Cecita;
  • Museo naturalistico di Monaco, nel comune di Taverna (Sila Piccola), presso il Villaggio Mancuso;
  • Museo civico di Mesoraca;
  • Museo dell’olio e della civiltà contadina di Zagarise (Sila Piccola);
  • Museo del brigantaggio e della civiltà agro-silvo-pastorale di Albi (Sila Piccola);
  • Museo dell’artigianato tessile e della tradizione dell’argenteria di Longobucco (Sila Greca).

2 i giardini botanici

  • Giardino botanico di Cupone, nel comune di Spezzano della Sila (Sila Grande), presso il lago Cecit;
  • Giardino botanico di Roncino, presso Taverna (Sila Piccola).

La fauna del Parco

Nel Parco hanno trovato il loro habitat una moltitudine di mammiferi: alcuni autoctoni, altri reintrodotti solo di recente. Vi sono cervi e caprioli, daini, cinghiali, tassi, lontre, donnole, faine, martore, puzzole, ghiri, moscardini, quercini, rari driomi e comunissimi scoiattoli neri meridionali, ricci e istrici, 3 branchi di lupi appenninici, gatti selvatici, lepri, volpi e talpe.

Anche l’avifauna è incredibilmente diversificata: quasi tutto il parco infatti costituisce una sosta per le rotte migratorie Nord-Sud e di nidificazione di molte specie di uccelli: ne sono state individuate 113 specie.

Poiane, astori (i più grandi rapaci delle foreste silane), sparvieri, bianconi, nibbi bruni e reali, capovaccai, diverse specie di falchi, barbagianni, allocchi, civette, gufi comuni, assioli, rari gufi reali, picchi, torcicolli, ghiandaie, taccole, gazze, cornacchie grigie, corvi imperiali, tottaville, calandrelle, allodole, pettirossi, merli, rondini, scriccioli, capinere, cinciarelle, cinciallegre, fringuelli, rampichini, ballerine gialle, merli acquaioli, germani reali, svassi maggiori, folaghe, gallinelle d’acqua, aironi cenerini, cuculi, colombacci, upupe, quaglie, beccaccie, lucherini.

Vi sono stati avvistamenti di aquile reali confermate da documentazione fotografica ed è stato documentato il passaggio di specie migratorie abbastanza rare tra cui il piviere tortolino, la monachella, il codirossone, la ghiandaia marina, la cicogna nera, l’averla capirossa e a partire dall’inverno 2016 per la prima volta si è assistito allo svernamento della rarissima Cicogna nera (Ciconia nigra).

Il clima rigido degli inverni silani non ha favorito il popolamento di alcune specie di rettili, mentre altre sono riuscite ad integrarsi. Nel territorio del parco vi è una rilevante presenza di serpenti e sauri.

Tra i Sauri: il ramarro occidentale, la luscegnola, l’orbettino, lucertole, gechi, testuggini di Hermann. Tra i serpenti il saettone occhirossi, la vipera comune, la biscia dal collare, il biacco, il colubro liscio e il cervone.

Comuni sono invece gli anfibi, tra cui l’ululone appenninico, rospi, la raganella italiana, rane, salamandre, tritoni.

Laghi e fiumi sono ricchi di trote, rovelle, cobite, anguille, tinche, carrassi, cavedani, alborelle, scardole, carpe, persici e spinarelli.

Cosa fare e vedere: sport e attività

Il Parco della Sila si può visitare in qualsiasi stagione dell’anno, salvo condizioni atmosferiche avverse.

il Lago Arvo

In estate è possibile cimentarsi nelle moltissime attività praticabili sul Lago Arvo. Rilassarsi sulle rive, attraversalo in battello, kayak, canoa o pedalando su bike boat.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila

Visita alla Riserva Naturale I Giganti della Sila (o Giganti di Fallistro)

Camminare per la foresta dei giganti nella Riserva Naturale del Fallistro è un’esperienza unica. Questo bosco monumentale con larici dai tronchi alti fino a 45 metri per 2 metri di diametro ti farà sentire minuscolo.

Nella riserva è facile scorgere il picchio verde e il più raro picchio rosso maggiore, nutrirsi delle larve degli insetti depositate all’interno degli alberi morti. Qui infatti nulla si distrugge o si rimuove: tutto viene lasciato così com’è. Le piante crescono esposte ai normali processi biologici, nel rispetto della biodiversità e dell’ecosistema.

Grazie a questa scelta questo bosco presenta anche i Pinosauri: giganteschi alberi che caduti in seguito ad una fitta nevicata prendono le sembianze di dinosauri.

La pineta dei Giganti è stata impiantata nella prima metà del 1600 dai Baroni Mollo, nobili proprietari terrieri, che edificarono lì vicino la propria dimora estiva e vi crearono un grande orto botanico per abbellirla e proteggerla da vento e sole, oggi bosco monumentale ultimo residuo dell’antica foresta silana.

Il percorso lungo è lungo solo un chilometro, l’accesso è gratuito, è vietato mangiare, uscire dal sentiero, raccogliere piante e naturalmente lasciare rifiuti.

Centro Visita Cupone

A ridosso del lago Cecita, nel comune di Spezzano della Sila, c’è il Centro Visita Cupone, nato dagli ambienti di una segheria demaniale convertita a centro di educazione ambientale.

Sentieri naturalistici, osservatori faunistici, museo, giardino geologico e un orto botanico a quota 1.156 metri di oltre 10mila mq.

Qui è possibile ammirare il tipico pino laricio, con i suoi esemplari monumentali paragonabili per bellezza e maestosità alle sequoie nordamericane.

Sul sentiero faunistico ci sono postazioni che permettono di osservare gli animali, come i numerosi cervi e daini.

L’orto botanico è munito di pannelli e file audio mp3 che raccontano i segreti delle varie essenze ed è accessibile anche ai disabili e ai non vedenti.

Nei 350 metri del percorso didattico vi sono ben 115 specie autoctone di flora montana calabrese, ciascuna con la propria scheda in braille. All’ingresso è presente un plastico in marmo dell’intera aria.

Il biglietto costa 5 euro ed è gratis per i bambini.

La Sila in mountain bike

Tra boschi, vallate e pianori, tutto il territorio della Sila è ideale per escursioni in mountain bike.

Tra sorgenti, fonti e mulini, torri e castelli, abbazie e santuari, ruderi e antiche case coloniche, per centinaia di chilometri tra natura e storia, alla scoperta degli antichi sentieri silani.

A piedi tra gli antichi sentieri silani

Scarpe comode e zaino leggero. Il Parco Nazionale della Sila è disseminato di chilometri di sentieri per ogni livello di difficoltà. Semplici e rilassanti per gli amanti delle passeggiate e più ipegnativi per chi vuole mettersi alla prova con l’escursionismo estremo.

Parco nazionale della Sila
Parco nazionale della Sila
Passeggiata sui sentieri della transumanza dal lago Ariamacina

Gli escursionisti più esperti che desiderano immergersi nel cuore del Parco Nazionale della Sila potranno optare per un escursione di otto ore alla scoperta di valli e i pascoli della transumanza ad alta quota, con partenza dal lago Ariamacina. Escursione consigliata nel mese di maggio.

Sport invernali

La Sila sotto la neve è un attrattiva unica per gli amanti dell’escursionismo sugli da fondo, della discesa e delle ciaspolate.

Dai laghi più grandi, come l’Arvo, il Cecita, e l’Ampollino, ai più piccoli Ariamacìna e Passante, è possibile cimentarsi nella navigazione su barche a vela, tavole da surf, kayak e canoe.

Torrentismo e Canyoning

I fiumi che percorrono il parco scavano canyon da percorrere con i piedi nell’acqua, facendosi largo tra vegetazione selvaggia, paludi e cascate e arrampicandosi per i dislivelli.

Sono le gole del Trionto, dell’Ortisano, del Vulganera, del Soleo e del Simeri, dell’Alli, del Corace, del Melito, del Crocchio e del Tàcina.

Bird-Watching e fotografia naturalistica

Il Parco Nazionale della Sila offre innumerevoli occasioni per osservarne la ricca fauna: specialmente gli uccelli!

Sali sul Trenino a vapore della Sila

Attraversa i meravigliosi paesaggi della Sila Grande sulla storica ferrovia a scartamento ridotto della Sila.

Un viaggio emozionante a bordo di un treno a vapore che in un paio d’ore ti porta sull’altopiano della Sila fino al villaggio di San Nicola Silvana Mansio, la stazione a scartamento ridotto più alta d’Europa

Su carrozze recuperate e locomotive a vapore restaurate il Treno della Sila ti catapulterà in un’atmosfera antica e quasi irreale.

Arrivati alla stazione di San Nicola potrai ammirare la piattaforma girevole azionata a mano per invertire il senso di marcia della locomotiva. Un affascinante ristorante ricavato da due vagoni in disuso completa questo scenario d’altri tempi.

Bob Lorica

Attraversa il bosco alla massima velocità su un divertente bob su rotaie. Un chilometro di pista aperta sia in inverno che d’estate!

Prodotti tipici della cucina silana

Gli abitanti della Sila ti conquisteranno con la loro cucina!

La Sila non è solo paesaggio, sport e attrazioni turistiche, ma anche un percorso tra gusti genuini.

I terreni della Sila sono da sempre favorevoli alle coltivazioni di frutta e ortaggi come mele, castagne e l’apprezzatissima e buonissima patata silana.

La gastronomia silana sfrutta i prodotti del luogo: legumi, patate, funghi, olive, formaggio, peperoncino e olio di oliva, che, combinati tra loro e accompagnati da erbe spontanee di campo dal sapore unico, danno vita a piatti semplici ma gustosissimi.

Materie prime che rispecchiano la storia del territorio, fatta di lavoro agricolo e necessità di adattarsi al clima rigido invernale, unite sapientemente per generare pietanze ricche di gusto.

Non potrai non gustare la pasta ‘mparrettati’ (maccheroni tipici al ferretto), pasta e patate ara ‘tijeddra’ (al forno con sugo, parmigiano, aglio, origano e sale).

Il porcino silano

La Sila è la zona d’Italia più ricca di funghi e Camigliatello Silano il più importante mercato di funghi d’Italia.

Ogni anno si tengono feste e sagre in onore del più importante fungo del parco: il porcino della Sila. Il re della Sila, frescho, secco o sott’olio, è presenti in moltissimi piatti della cucina tipica calabrese.

Frutti autunnali

Molto diffuso è l’uso di castagne e noci per la composizione di alimenti come il pane di castagne o la pitta ‘mpigliata (tipico dolce natalizio locale), dei frutti di bosco, di olio extravergine prodotto nelle aree attorno del parco (come l’olio del Marchesato di Crotone DOP) e del vino di Calabria IGT.

Gastronomia del parco della Sila
Gastronomia del parco della Sila

Artigianato

Nel settore artigianale spiccano in Sila l’arte tessile, soprattutto a San Giovanni in Fiore.

Ginestra, lana, lino e seta vengono lavorati al telaio da mani sapienti per creare tessuti impreziositi da filigrane in gioiello (molto in uso dall’epoca bizantina). Tanti sono i tessitori di tappeti, soprattutto quelli di Longobucco, noti in tutto il mondo.

I cesti intrecciati a mano, le terrecotte tornite da maestri del luogo, la sapiente lavorazione del legno sono solo alcune delle manifatture diffuse nel parco, così come la lavorazione del granito silano: attività ancora oggi eseguita da abili scalpellini nella zona di San Giovanni in Fiore. E per finire l’antica arte orafa, con le eccellenti lavorazioni dell’oro e dell’argento del crotonese.

Divieti

Nel Parco nazionale della Sila ci sono alcune semplici ma importanti regole da rispettare, che possono essere riassunte nei seguenti divieti.

Sono vietati:

  • la cattura, l’uccisione, il danneggiamento ed il disturbo delle specie animali;
  • la raccolta e il danneggiamento della flora spontanea selvatica. Per la raccolta di funghi viene rilasciato tesserino da parte dei comuni;
  • l’introduzione in ambiente naturale non recintato di specie vegetali o specie animali non autoctone;
  • il prelievo di materiali di rilevante interesse geologico e paleontologico;
  • l’asportazione di minerali, tranne se regolarmente autorizzate;
  • l’introduzione di armi che possono essere usate per la caccia;
  • il campeggio, al di fuori delle aree appositamente attrezzate, ad eccezione del campeggio temporaneo autorizzato dall’Ente Parco;
  • il sorvolo non autorizzato;
  • il transito di mezzi motorizzati fuori dalle strade.

Dove pernottare

Il Parco della Sila offre numerosi campeggi attrezzati e agriturismi.

Come arrivare

Puoi arrivare al Parco nazionale della Sila in auto, treno, autobus e aereo.

In auto

La Sila è facilmente raggiungibile in automobile sia che si provenga dall’area ionica percorrendo la S.S. 106, che tirrenica sulla S.S. 18. Le uscite sono quelle di Cosenza, Rogliano, Altilia Grimaldi e più a sud di Lamezia Terme. Per arrivare nel comprensorio silano, ci sono la S.S 107 silano-crotonese equidistante sia dalla Sila Greca, Grande, e Piccola, oppure la Supestrada 280 dei Due Mari e la S.S. 281 di Rosarno.

In treno

Le Ferrovie dello Stato offrono una diversificata gamma di scelte per raggiungere il Parco in treno. Le stazioni di Paola, Lamezia Terme, Catanzaro e Crotone sono i principali punti di snodo dai quali ripartire per la Sila, con il trenino a scartamento ridotto delle Ferrovie della Calabria (Cosenza-Catanzaro e viceversa).

In autobus

Gli autobus di linea, privati o gestiti dalle Ferrovie della Calabria diventano un supporto quasi ovvio a cui ricorrere per completare le percorrenze fino alle destinazioni prescelte, soprattutto per chi arriva in aereo.

In aereo

Se si opta per l’aereo è possibile arrivare in Sila in poco meno di due ore da Milano e da Torino e in tempi ancora più brevi da Roma o Bologna. Gli aeroporti più prossimi alla Sila sono quello di Lamezia Terme, sul versante tirrenico, distante circa 100 km dal Parco e quello di Crotone S. Anna sul versante ionico, a 90 km.

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Alessandro Gemscovery Travel Blog
Alessandro Lussi
Di origine friulana e calabrese, risiedo a Torino.
Copywriter professionista, ho smesso di lavorare come programmatore per dedicarmi full-time alla mia passione: la scrittura.